Ma perché questo destino? E se esistesse un mondo in cui le leggi della termodinamica fossero invertite? Vedremmo per esempio la ciotola di porcellana ricomporsi, le onde dello stagno generare il sasso, vedremmo l’uovo sodo diventare crudo così come generato dalla gallina! Il tempo sarebbe invertito e noi nasceremmo dalla disgregazione molecolare e ci svilupperemmo fino al grembo materno. Fantascienza? Proviamo a pensarci! Ma forse l’Ente Supremo, il Creatore o Dio, comunque vogliamo chiamarlo, così ha voluto e le leggi di natura si sono stabilite nel modo che conosciamo. Si va avanti e basta. Non è possibile tornare indietro. Nella dimensione spaziale sì, ma in quella temporale, che è strettamente legata a fattori entropici, no.
Bene, fatta questa lunga premessa di carattere fisico, dovuta a quasi inconsce e personali reminescenze scolastiche, veniamo al libro.
Il motivo per cui l’autore abbia voluto dare a questa sua seconda pubblicazione un titolo così particolare, “L’irreversibilità dell’uovo sodo”, si capisce meravigliosamente solo alla fine, leggendo gli ultimi capitoli. E questo è stato uno dei motivi per cui si legge il libro quasi tutto d’un fiato. Si sa che il titolo di un libro è importante, perché nel titolo vi è, quasi sempre, la sintesi di tutto, il senso più profondo del libro, ed inoltre il titolo deve essere accattivante, deve incuriosire, deve stuzzicare. Mai come in questo romanzo di Dario Pontuale tale asserzione risponde a verità.
Tralasciando naturalmente la trama, possiamo dire che la genialità dell’autore sta nell’aver accostato un fenomeno di carattere fisico-termodinamico, l’irreversibilità dell’uovo sodo, per l’appunto, alla psicologia e al carattere dell’uomo. La narrazione, anzi, è un pretesto per dimostrare che è possibile (o impossibile, a seconda dei punti di vista) da parte dell’uomo, tornare indietro, cioè cambiare vita, atteggiamenti, propositi.
Questo lungo racconto è quanto di meglio si possa scrivere trattando contemporaneamente argomenti di carattere scientifico, sociopsicologico e, non ultimo, avventuroso. Avventuroso, perché si tratta di un lungo viaggio nei paesi più lontani e isolati del Sudamerica che il protagonista, lo svogliato o perlomeno demotivato investigatore privato Gabriele Grodo, dovrà affrontare per recapitare la missiva al giocatore di scacchi che da dieci anni conduce la partita con il signor Arduini, committente dello stravagante incarico affidato a Gabriele. Ed è un viaggio lungo, estenuante, ma allo stesso tempo affascinante e avventuroso, lungo lande desolate, paesi pittoreschi, persino per mare; viaggio che provocherà nel protagonista una importante crisi esistenziale: la crisi dell’irreversibilità dell’uovo sodo, per l’appunto, un desiderio di cambiamento, di riprendere i propri sogni, la propria vera identità.
Un racconto divertente, ben scritto, ma anche istruttivo, che indaga profondamente, attraverso il narrato, l’animo del protagonista e degli altri personaggi della storia, e ce sono tanti, come lo stravagante libraio Eneas o il poeta Erastos di origini greche, o come ancora il vecchio marinaio Neto.
Un libro dunque che induce a riflettere, oltre che a condurci per mano lungo un percorso geografico, filosofico e psicologico estremamente interessante e piacevole. Direi geniale l’accostamento del fenomeno dell’irreversibilità dell’uovo sodo all’evoluzione delle aspettative e del carattere umano, una trovata davvero originale per costruire una storia completa in tutti gli aspetti, degna di figurare tra le opere più interessanti dell’attuale panorama letterario italiano.
Dario Pontuale, "L'irreversibilità dell'uovo sodo", Edizioni L'Albatros Il Filo, Roma, 2009
Il libro è stato presentato il 14/5/2010 a Sant'Anastasia, presso la Biblioteca Comunale G. Siani, con la collaborazione del Circolo Letterario Anastasiano e la Pro Loco di Sant'Anastasia. Relatori: Giuseppe Vetromile e Marco Serpico. Ha moderato Laura Capuano. Ha presentato Melania Busiello.
Alcune immagini dell'incontro:
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