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TACCUINO ANASTASIANO

10 maggio 2009

La "chimica" poesia di Agostina Spagnuolo

Ricordiamo tutti il fenomeno poetico-musicale di Fabrizio De André, specie quest’anno in cui ricorre il decimo anniversario della sua scomparsa, evento che è stato ampiamente commemorato con numerose e interessanti iniziative (una fra tutte: la bella serata televisiva del programma “Chetempochefa” condotta da Fabio Fazio). Ebbene, tra le tante composizioni e trasposizioni musicali di De André, ce n’è una che, personalmente, mi piace rievocare, per un tentativo di confronto con la nostra poetessa avellinese. Si tratta del brano “Un chimico”, che fa parte della raccolta “Non al denaro non all’amore né al cielo”, ispirata ai testi dell’Antologia “Spoon River” di Lee Masters. Prendendo allora spunto da questo bellissimo brano di De André, possiamo notare come anche la poesia di Agostina Spagnuolo, che tra l’altro è laureata in scienze biologiche, sia in qualche modo attinente, e in molti passi di questa sua prima raccolta poetica pubblicata appare evidente, al mondo della chimica, almeno in senso lato: “Non ti spogli di ciò che sei. / Quel che eri è ciò che sarai. / E’ scritto in sequenze chimiche / Da atavici tempi. (Genoma)”.
Ma naturalmente non è tutto così semplicemente riconducibile ad un solo parallelo: è soltanto un punto di confronto e di partenza, questo riferimento alla chimica, ed il discorso poetico di Agostina Spagnuolo indubbiamente si allarga per onde concentriche, assumendo vieppiù consistenza e contenuti. “Volevo guardare il mare”, esempio classico di un infinito in cui due elementi, l’idrogeno e l’ossigeno, si fondono per generare un’entità più complessa, più viva, sede di forze immani e nello stesso tempo simbolo di pace, di unione e di amore universale. Così la poesia di Agostina Spagnuolo, raccolta in questa sua prima pubblicazione organica: essa spazia dal canto della natura in tutte le sue manifestazioni, al canto dell’uomo e alla celebrazione dell’amore e del sentimento: tutto questo fidando in una segreta e profonda unione “chimica” tra i principali valori sociali ed umani, che sono poi i mattoni fondamentali con i quali un autore può costruire ed esporre il proprio discorso poetico. E un’autrice di rilievo come Agostina Spagnuolo, attiva e presente nel mondo letterario e poetico attuale e vincitrice di numerosi premi, riesce in effetti, a partire da questi elementi positivi fondamentali: amore, giustizia, equità, libertà, pace… a elaborare un dettato poetico intenso e variegato, ma sempre unitario nel fine, nell’intento di indicare, di esporre, di far notare, di sentire e di raccontare, e con uno stile proprio che la contraddistingue, le vicende del creato e dell’umano, il mondo esterno e quello interno, le gioie e i dolori, il sentimento universale: “Ne volevo sentire il canto / sulla battigia / e il profumo salmastro per l’aria / satura di sole. / Volevo riallacciare i fili / dei miei colloqui / con l’Infinito. / Volevo guardare il mare”.
Diviso in tre parti, numero indovinatissimo perché simbolo, come si sa, di perfezione, questo primo libro di Agostina Spagnuolo è in effetti un compendio poetico del suo, e del nostro, universo. Con la puntuale prefazione di Armando Saveriano, che impreziosisce il volumetto con le sue attentissime considerazioni, e con un disegno di copertina originale del Maestro Giovanni Spiniello, il libro “Volevo guardare il mare” di Agostina Spagnuolo merita un’attenta e gradevole lettura, non solo per la melodicità e il tono quasi sempre dolce e misurato, ma anche per il contenuto robusto, a volte di denuncia, delle sue poesie.

Agostina Spagnuolo, “Volevo guardare il mare”, PerVersi Editori di Angela Villanova, Grottaminarda (Av), 2009. Editing e prefazione di Armando Saveriano, in copertina tavola del m° Giovanni Spiniello.

Giuseppe Vetromile
10/5/09

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Terra martoriata
(da "Volevo guardare il mare")

Qualcosa hanno gettato
nelle acque del mio fiume.
Qualcosa hanno occultato
sotto le pietre dei lavatoi antichi
e dei guadi sciabordanti
all’eco dei canti di quel tempo
quando sfidavano a rincorrersi maliarde melodie
stornellanti trame di pizzi e d’amori
nell’età dell’innocenza e del pudore.
Qualcosa ha attossicato le mie trote
e annichilito le strie d’argento–azzurro
delle acque vagabonde.

Giocolieri di antiche profezie,
avvinti dall’odore nefando
del denaro vile,
hanno svenduto la mia terra
agli sciacalli,
acrobati di disamore,
e dissolto perle sulla strada del non ritorno.

Non canterà l’allodola
tra il salice e le giunchiglie
e non berrà il cerbiatto
all’acqua di sorgente
e bambini non diverranno adulti
nella bolgia dei dannati
ricreata sulla Terra.

La mia Terra
martoriata.

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PUNTO, Almanacco della Poesia italiana

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ARCARTE - IL VIAGGIO DELLA CREATIVITA'

Si è svolto il 30 novembre scorso, alle ore 17, presso l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Palazzo Serra di Cassano in Via Monte di Dio 14, Napoli, il Convegno di studi e reading di poesia "ARCARTE - IL VIAGGIO DELLA CREATIVITA'".
All'interessante incontro, promosso e organizzato dall'Istituto Culturale del Mezzogiorno e dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, hanno preso parte:
- Natale Antonio Rossi, Presidente Unione Nazionale Scrittori Artisti;
- Ernesto Paolozzi, Università di Napoli Suor Orsola Bnincasa;
-Antonio Scamardella, Università di Napoli Parthenope;
- Antonio Filippetti, Presidente Istituto Culturale del Mezzogiorno.
Nell'ambito del convegno si è svolta la rassegna "Liberi in Poesia", con la partecipazione di autori di diverse generazioni. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito ad "ARCARTE" quale suo premio una medaglia di rappresentanza.

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