
E’ interessante e affascinante constatare come sia possibile giocare con i termini, specialmente in poesia, gioco che dà la possibilità di speculare sui significati e sulle figurazioni. Per questo ritengo il titolo del volumetto quanto mai appropriato e indovinato. Si tratta dunque di una raccolta antologica di quattro “giovani astri” nascenti, anche se in verità la loro attività letteraria è già alquanto riconosciuta e validamente accolta dalla gran parte della critica contemporanea. Francesco Iannone, da Salerno; Anna Ruotolo, da Maddaloni, provincia di Caserta; Vittorio Tovoli, da Bologna; e Federica Volpe, da Carate Brianza: sono queste le quattro novità, le quattro Voci “…astre”, che prorompono, incidono, manifestano con tutta la loro energia poetica, la loro esperienza letteraria in questo settore. Sono giovani davvero, i primi tre dell’’85, Federica Volpe addirittura del ’91. Ma l’età, se conta sotto certi aspetti sociali e fisici, non conta, o conta pochissimo, in poesia, e solo quel tanto che serva ad affinare vieppiù la propria tecnica espressiva, il proprio stile: stile e tecnica che i “quattro” hanno già in abbondanza e di qualità! Segno che poeta nascitur, davvero, ma è importante poi l’affinamento, la ricerca e lo studio. L’impegno, soprattutto.
Non mancano queste qualità e questo impegno nei quattro giovani autori dell’antologia. Sono naturalmente voci diverse, ciascuna di loro si distingue dalle altre pur rimanendo unita in loro la grande rappresentatività di una poesia che vuole essere portatrice di una nuova ventata di emozioni, basata su una linea e un dettato poetico originale e svincolato da facili e abusati canoni espressivi, sia classici che sperimentali. Iannone, con la sua silloge “Della fame e della sete” apporta elementi di essenzialità nel corpo poetico con una ricerca meticolosa del senso vero dell’esistere. Anna Ruotolo, dopo il successo di “Secondi luce” (LietoColle, 2009), continua il suo “avvicinamento” al sentimento amoroso verso le cose, la natura e l’uomo, con un verso dialogante e dolcemente invitante. Vittorio Tovoli con la sua poesia irruente e graffiante, e nello stesso tempo carezzevole, ama la riflessione e la sincerità di un mondo spogliato da tutte le ipocrisie e i falsi stereotipi. Ed infine, la più giovane dei quattro, Federica Volpe, che con la sua “La gola del cappio”, versi di notevole vigore espressivo, riporta l’attenzione sull’essere e sull’essere donna in particolare, con un caleidoscopio di intrecci e di figurazioni davvero gradevoli.
Insomma, un libro ben progettato, anche dal punto di vista tipografico, maneggevole, tascabile, opportuno in questo viaggio poetico nuovo che ci porta ad altre, sicure, degustazioni della vita nella sua interezza materiale e spirituale.
"Quattro giovin/astri", Antologia, a cura di Chiara De Luca. Kolibris Edizioni, Bologna, 2010. Prefazione di Umberto Fornasari.
Giuseppe Vetromile
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