Di Napoli e su Napoli hanno scritto una miriade di
narratori, giornalisti, critici letterari, ricercatori e persino poeti; alcuni
famosi, altri meno noti ma non per questo il risultato del loro dire è stato
meno interessante, meno importante. E quindi, dalla fondamentale storia del
Regno di Napoli di Benedetto Croce, alla storia di Napoli vera e propria di
Antonio Ghirelli, alle numerosissime altre "storie" di svariatissimi
autori che qui sarebbe impossibile citare, ma che hanno sempre entusiasmato e
interessato i lettori, possiamo dire che nessuna città al mondo sia stata più
citata, descritta e celebrata come Napoli.
Ma la storia, il libro che qui
ora presentiamo, "La luna di sopra", di Francesco D'Angelo, è qualcosa
di diverso, pur rimanendo in qualche modo nella narrazione tipica di fatti ed
episodi prettamente napoletani, per certi versi addirittura simile al
memorabile "Ventre di Napoli" di Matilde Serao, o, più recentemente,
alle storie su Napoli e sulla napoletanità di Erri De Luca. S'intenda, questi
parallelismi sono da me intesi solo come riferimento, come esempio, giacché
ogni scrittore di Napoli e su Napoli ha la sua peculiare caratteristica e vena
narrativa, il suo modo di vedere e di spiegare le cose che accadono, in una
realtà davvero molto complessa e intricata qual è quella di Napoli, fin dalle
sue origini, e che ha generato una miriade di atteggiamenti, di situazioni, di
pregiudizi e di comportamenti che si affollano, si intersecano, a volte si disperdono,
sfuggono, e il compito di entrare dentro, in profondità, per carpirne la
segreta psicologia, è sempre arduo, direi quasi impossibile. Ognuno ha quindi
contribuito creando un tassello, o più tasselli, e forse soltanto leggendo le
tantissime opere, sarà possibile ricavarne un quadro verosimile e completo.
Il lavoro di Francesco D'Angelo è
dunque uno di questi tasselli. Ma è un tassello davvero particolare, perchè non
si tratta di una mera storia di Napoli o di un particolare momento storico
della città, né si tratta di una cronaca giornalistica, non è un saggio su
Napoli, non è un racconto ambientato nella città, non è una semplice
descrizione geopolitica, non è niente che possa in qualche modo catalogarsi o
riferirsi ad un particolare e specifico genere letterario. Ma, stranamente, e
meravigliosamente, il libro di Francesco D'Angelo è anche tutto questo! E'
dunque un avvenimento eccezionale, una dimostrazione di grande capacità
letteraria, questo libro, perchè l'autore è riuscito a concentrare, a condensare,
in poche pagine, tutto quanto potesse interessare o riferirsi a Napoli e alla
napoletanità: dalla storia alla geografia, all'ambiente, ai problemi sociali e
culturali, ai pregiudizi, alle bellezze velate, ai monumenti sottintesi,
all'umanità e al coraggio, e tante altre caratteristiche. E tutto questo, e ci
piace sottolinearlo, senza perdersi, senza banalizzare, senza false retoriche.
Non ha importanza la trama del
racconto, secondo me, e d'altra parte lascerei al lettore il gusto di seguire
passo passo la lunga vicenda, chè di questo in breve si tratta, dello zingaro
gentile e perbene ma costretto dalla ria sorte a vivere come un barbone nella
variopinta stazione centrale di Napoli. Ed è attorno a lui e con lui che si
snoda una storia nelle storie, la storia sua incastonata nelle tante vicende
che vedono una Napoli protagonista singolare nelle mille strane e inusitate
sfaccettature che la caratterizzano: dai cumuli di spazzatura alle proteste dei
disoccupati, dalle bancarelle che invadono piazze e marciapiedi all'arte di
arrangiarsi in ogni modo, al clima di lassismo e di rassegnazione ma anche alla
solarità e all'umorismo, alle sacrosante millenarie tradizioni e all'arte
meravigliosa e invidiabile che inorgoglisce ogni vero napoletano.
Direi dunque che Francesco
D'Angelo ha avuto la grande e meravigliosa idea di inventarsi una storia, vista
e vissuta da un protagonista particolare, per poter meglio e con maggiore
verosimiglianza mostrare lacerti, luci ed ombre della città: una storia che si
snoda con continuità, senza interruzioni in capitoli o in paragrafi, quasi a
voler indicare che si tratta solo di un intervallo, di uno spaccato, nella
storia più grande, infinita, perpetua, ciclica, della città e del suo essere
città.
"La luna di sopra" è
quindi racconto di umanità, di storia, di morale, di giustizia sociale, e anche
di cronaca quotidiana, scritta con la mano esperta di un giornalista che
conosce a fondo i problemi storici e sociali dell'uomo e in particolare
dell'uomo napoletano; le sue caratterizzazioni e descrizioni dei personaggi e
delle varie situazioni sono infatti molto ben delineati e approfonditi,
rendendoli veramente coerenti e aderenti alla realtà in cui vivono e si
muovono. Francesco D'Angelo ha questo grande talento, grazie al quale, anche
con pochi essenziali tratti, riesce ad emozionare il lettore rendendolo
partecipe, nella gioia e nel dolore, dello stato d'animo del protagonista e
degli altri personaggi che gli ruotano attorno, come la vecchia maestra e gli
altri barboni che dimorano nella stazione, vivendo tutti i disagi di chi non ha
casa né più un futuro.
E' un mondo che soffre, che ha un
retaggio doloroso alle spalle, quello che si porta appresso lo zingaro, che ha
dovuto subire e tuttora subisce, mille ingiustizie. Ma è anche un mondo colmo
di poesia, di malinconia e di poesia, unica "luna di sopra" che potrà
ancora illuminare il nostro vecchio barbone, metafora di una umanità cittadina
ancora ramenga e alla ricerca di un utopico ideale di giustizia sociale e di
benessere. Per questo, la città del sole di campanelliana memoria, come la
chiama Francesco D'Angelo in alcune parti del libro, può essere sinonimo di
speranza futura per una città, come la nostra Napoli, ancora immersa nel
degrado ma pur sempre viva e palpitante di luce.
Francesco D'Angelo, "La luna
di sopra", Graus Editore, Napoli, 2011
Il libro è stato presentato
giovedì 10 maggio 2012 nella Biblioteca "G. Siani" in Via Arco,
Sant'Anastasia. L'incontro è stato organizzato dal Circolo
"IncontrArci" - Circolo Letterario Anastasiano. Relatori: Giuseppe
Vetromile, che ha anche moderato l'incontro, e Salvatore Velardi, responsabile
CGIL Zona Metropolitana di Nola.
Giuseppe Vetromile
10/5/12
Alcune foto scattate durante la presentazione: https://skydrive.live.com/redir.aspx cid=907e040d90abf0e5&resid=907E040D90ABF0E5!2103&parid=root
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