Non è iniziato bene il 2013 per la Cultura Napoletana: si
sta infatti aggravando l'annosa bruttissima vicenda che vede coinvolta una
delle più prestigiose e storiche Librerie di Napoli, la "Treves", che
dalla centralissima e ben frequentata sede di Via Toledo, si è vista costretta alcuni
anni fa a traslocare, suo malgrado, in un angolo dimenticato di Piazza del Plebiscito,
angolo che è rimasto "abbandonato" nonostante le promesse, e le
speranze, di una riqualificazione ambientale e culturale di tutta la piazza.
Ora si impone lo sfratto alla libreria anche da questa sede.
Contro questa assurda decisione, che rappresenta l'ennesimo duro colpo alla cultura e in particolare alla cultura napoletana, è partita subito una petizione al Presidente
della Repubblica, che riportiamo integralmente qui di seguito, e che invitiamo
a sottoscrivere, collegandosi al sito http://www.petizioni24.com/salviamo_la_libreria_treves
Gentile signor Presidente,
siamo un gruppo di cittadini-lettori di libri che,
conoscendo e apprezzando la ben nota Sua sensibilità verso la Città e in
particolare verso la sua storia e la sua cultura - ancora vivo in ognuno di noi
il suo autorevole intervento per salvare nei suoi locali storici la libreria
Colonnese -, desideriamo informarLa del pericolo che sta correndo la libreria
Treves insediata a Napoli da oltre un secolo. Per fare questo siamo costretti a
riassumerLe l’intera vicenda ringraziandoLa sin d’ora della Sua pazienza e del
Suo interessamento.
Questa vicenda inizia nel 2004, quando i proprietari dei
locali che ospitavano in fitto la libreria Treves di via Toledo avviarono una
procedura di sfratto per finita locazione. Nel 2006, nonostante l’impegno e il
sostegno prolungato di numerosi esponenti del mondo culturale e politico e di
molti cittadini, compreso lo stesso sindaco Rosa Russo Iervolino, lo sfratto
divenne esecutivo. A questo punto il Comune, per salvare la Treves, le offrì di
occupare un paio di locali sotto i portici di San Francesco di Paola, in piazza
del Plebiscito. Tali locali, in realtà,
non sono di proprietà del Comune, ma appartengono al Fec (Ministero degli
Interni), che dal 1999 li aveva dati in affitto al Comune di Napoli.
Nell’assegnare alla Treves questi locali, il Comune non
stipulò alcun contratto, ma fu redatto solo un verbale di accesso. La stipula
fu rimandata al momento in cui anche tutti gli altri locali dell’emiciclo
sarebbero stati assegnati tramite bando pubblico, allo scopo di riqualificare e
di far rivivere piazza del Plebiscito e, nello specifico, il suo colonnato,
sottraendo, specialmente quest’ultimo, a un degrado indegno di ogni comunità
civile. Questo progetto di valorizzazione
non è mai stato portato a compimento, nonostante che la libreria, dal settembre
2006, abbia ininterrottamente continuato a svolgere il ruolo affidatole di
promoter culturale, organizzando numerosi eventi, a suo intero carico, di
carattere culturale e artistico, ma senza, ovviamente, quel riscontro di
pubblico e di critica che aveva da sempre riscosso la sede di via Toledo.
Dopo ripetuti solleciti verbali e numerosi articoli
pubblicati sui quotidiani locali affinché il Comune tenesse fede ai suoi
impegni, Rino De Martino, rappresentante legale della Treves, in un’intervista
al giornale La Repubblica, edizione nazionale, comunicò l’intenzione di
chiudere la libreria. All’indomani, a seguito di un’interpellanza in Consiglio
Comunale, l’assessore alla Cultura Nicola Oddati, dichiarò alla stampa che non
si poteva perdere questo pezzo di storia della città e che il Comune
s’impegnava nuovamente a promuovere in ogni modo la valorizzazione della piazza
e del colonnato o, in alternativa, a offrire alla Treves un trasferimento in
propri locali nel Centro storico. Purtroppo, anche questo secondo progetto è
svanito nel nulla.
Nel gennaio 2011, dopo quasi cinque anni, la Treves
ricevette dalla Romeo Gestioni, una società privata che amministrava i beni
immobiliari del Comune, una richiesta di stipula di contratto retroattivo e di
pagamento di arretrati a partire dall’aprile 2006. Un contratto di fitto a
pagamento? Perché se ne ricordano dopo cinque anni? Tra Rino De Martino e i
vari rappresentanti del Comune, dal sindaco Rosa Russo Iervolino fino a Nicola Oddati,
non si era mai parlato di pagamento. E per di più era il Comune a essere venuto
meno per due volte ai propri impegni. Una richiesta insostenibile non solo nel
merito, ma anche nel fatto per la mole di una locazione dal 2006 di 2.500 euro
mensili. Sic!
Al rifiuto di De Martino di ottemperare a tale assurda
pretesa - assurda anche per l’immenso divario fra l’affollata libreria Treves
di via Toledo e la deserta di piazza Plebiscito, misurabile in termini di
acquirenti e di incassi, da 100 a 1 -, il Comune ha citato in giudizio la
Treves che si è vista costretta a difendersi in tribunale. Una prima udienza si
è svolta il 20-2-2012 e il giudice ha rinviato ogni decisione. E ora siamo
all’ultimo incomprensibile colpo di testa del Comune, il quale, senza attendere
la sentenza della magistratura, ha richiesto a De Martino il rilascio dei
locali della libreria e il pagamento degli arretrati.
Questi sono i fatti, egregio signor Presidente. Confidando
in un Suo intervento al fine di scongiurare la chiusura della libreria, Le
rinnoviamo le nostre più vive attestazioni di stima e di affetto.
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