E' stato presentato venerdì 23 aprile, presso il salone del Circolo IncontrArci di Piazza Cattaneo a Sant'Anastasia, il libro di Guglielmo Alfieri, intitolato "Il sogno di Chiara".
Il libro raccoglie 22 raconti brevi, alcuni, come “Misteri selvaggi”, “Ricordi d’infanzia”, sono lunghi giusto una pagina, in cui le argomentazioni, i contenuti, sono diversissimi tra di loro. Potrebbe quindi, a prima vista, sembrare una semplice raccolta di racconti, separati e senza alcun legame tra di loro. Ma questo è solo in apparenza, perché i vari racconti costituiscono tutti insieme un mosaico davvero interessante, ogni racconto ne è un tassello, e alla fine il lettore si rende conto di aver attraversato tutta una serie sfaccettata di situazioni, di stati d’animo, di riflessioni e di considerazioni sul mondo, sulla civiltà, sul lavoro, sulla scuola e così via. Un filo logico esiste, quindi, è sotterraneo e non subito avvertibile. Ma il lavoro di Guglielmo Alfieri, oltre al piacere intrinseco, interiore, che dona senza dubbio la scrittura creativa, questa forza naturale che prorompe dal proprio animo e che incita ad esternare la propria opinione, il proprio vissuto con il racconto, o anche in certi casi con la forma poetica, questo lavoro, dicevo, ha il pregio del reportage giornalistico. Guglielmo Alfieri, infatti, ha un modo di scrivere le sue storie che in certe situazioni è improntato ad un forte accento giornalistico, da inviato speciale sul campo. Le storie, spesso, non hanno una vera e propria conclusione, ma sono la fotografia, la descrizione episodica di un quadro di vita, di una situazione contingente, di un fatto che accade. E c’è il distacco giusto del narratore, che semmai interviene alla fine con una sua riflessione, anche ironica. Un resoconto più dettagliato della presentazione è riportato nell'articolo di Silvia Aurino su "Ilmediano.it".
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