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TACCUINO ANASTASIANO

1 settembre 2012

Il "Vento di fronda" di Giuseppe Iuliano


Non si può essere veri poeti se non si cerca di concretizzare le proprie idee creative modellandole come docile creta su un qualsiasi filone importante e fondamentale della nostra esistenza, che abbia sfumatura sociale, filosofica, persino politica. E cioè: cantare tanto per cantare, per il solo gusto di ascoltarsi e di compiacersi, può servire fino a un certo punto, può rispondere solo limitatamente allo scopo che la poesia alta si propone: quello di mostrare, di raccontare, di dire le cose, la realtà, la storia e la geografia dell'uomo calato nel suo tempo. Giuseppe Iuliano è uno di questi grandi poeti attuali, che, possiamo dire, anche se il termine non è proprio elegante, "utilizza" la poesia per dire le cose veramente come stanno. E' vero che la poesia è coraggio e schiettezza, autenticità cristallina, riferimento luminoso in un mondo che a volte si trascina nell'inettitudine e nel qualunquismo. Ed è anche vero, come il buon Montale ebbe ad osservare, che la poesia non fa male a nessuno, eppure quasi inavvertitamente la poesia ha rivoluzionato mode e pensieri, comportamenti e politiche. Forse il suo sottile scorrere come fiume sotterraneo nella società e nella storia, ha davvero influito sulle scelte dell'uomo, ma comunque non "facendo male", anzi, raddrizzando e re-indirizzando le strade!
Giuseppe Iuliano, amico in poesia da tantissimo tempo, è un autore di grande talento letterario, che ha un suo dettato poetico ben delineato e strutturato, che porta avanti con assiduità ed impegno. La sua voce è la voce della terra, delle istanze contadine e non solo contadine, è la voce dei denigrati e dei dimenticati, ma è anche la voce dell'amore, del fuoco, dei valori, della memoria. E' la voce dell'Irpinia, dove per Irpinia può essere inteso non solo un territorio italiano di serie B, ma metaforicamente tutte le terre e tutti gli stati sociali che soffrono sfruttamenti, deprivazioni, fuga di braccia e di menti, e quant'altro possa contribuire in negativo allo svilimento di una situazione annosa e abbandonata a se stessa. Io ci vedo, nel canto veemente di Giuseppe Iuliano, una sonora e splendida continuità con Rocco Scotellaro, con Vittorio Bodini, per esempio. Poeti che hanno amato con disperazione la propria terra e le proprie origini. Bene si inquadra, allora, in questo contesto, la lunga e puntuale prefazione di Antonio La Penna, quando afferma di ritrovare in Giuseppe Iuliano l'"indignazione" del poeta e retore latino Giovenale, indignazione che sovente assume carattere di protesta, con staffilate ammorbidite soltanto dalla schiettezza e dalla sonorità del verso, come nella lirica "Come il vento", che in un certo qual modo può sintetizzare il pensiero poetico di Iuliano a questo riguardo: "Al vento chiedo frusta di giustizia / su questa terra spremuta e offesa / vuota d'umanità, serva / di profezia di nessun verbo, / erba voglio di legge su misura." Parole aspre, che la poesia rende ancora più incisive, nella giusta generalizzazione di un concetto di giustizia sociale e di libertà valido per tutto e per tutti, non solo per l'Irpinia. Vento di fronda è dunque titolo appropriato per un'opera che vuole non solo denunciare, ma "spazzare" via, per quanto possibile, con l'aiuto del vento, appunto, le negatività che affliggono lo stato sociale dell'uomo incasellato in una terra amata ma "odiata per il suo silenzio muto". Ed è lui stesso, Iuliano, vento di fronda, che "spezza spazza trascina / insemina le zolle e cielo e mare rasserena...", perchè "partigiano del mio tempo respiro resisto / e vivo. Sono vento di fronda".
Si tratta dunque di un'opera matura, quest'ultima raccolta poetica di Giuseppe Iuliano, che va a collocarsi nella continuità di uno studio creativo, letterario e lirico, che l'autore irpino persegue fin dall'inizio della sua lunga carriera di poeta: i suoi libri costituiscono infatti delle importanti pietre miliari lungo il difficile percorso di un'attività poetica che vuole indicare, mostrare, far vedere, più che narrare, le caratteristiche umane, sociali e territoriali, nude e crude, cioè così come realmente sono, spogliate d'ogni falsa retorica, d'ogni melensaggine o abbellimento o trucco per la regia. Così "è" il contadino, il lavoratore sbalestrato de "La guerra di Pietro", così sono le donne del paese, che "hanno fianchi colmi / larghi di parto / e braccia operaie / di fabbrica o di terra / palestre di muscoli / di nessun passatempo...". E naturalmente il discorso poetico di Giuseppe Iuliano, che, lo si avverte, è profondamente radicato alla sua terra, per i valori primari che essa rappresenta e continua a rappresentare nonostante tutto, va a completarsi in un quadro molto dettagliato, che comprende anche altri interessanti aspetti, in particolare la giustizia sociale, la storia, la pace, l'amore, i ricordi. Questi aspetti si incuneano nel libro, tra una poesia di denuncia, diciamo così, e l'altra, come ha ben rilevato Antonio La Penna, che scrive tra l'altro: "...in questi brani la tensione dell'indignatio si scioglie. La rabbia può anche strozzare la poesia; ma in parte questa raccolta è ispirata alla 'sorda malinconia' o da una tristezza severa o  anche da una tristezza più dimessa...".
Non resta che leggere e rileggere il libro, come si fa con la buona poesia, tenerlo a disposizione sulla scrivania per assaporarne quando si vuole il gusto profondo di verità, i lacerti di amarezza e di giusta "indignazione" che scaturiscono da questi versi fluidi e cristallini, l'amore profondo per la terra irpina, ma direi per tutta la terra, quella che è madre e che nel crederci e nel coltivarla ci rende davvero uomini.

Giuseppe Iuliano, "Vento di fronda", Delta 3 Edizioni, Grottaminarda (Av), 2012. Collana "Pugillaria", diretta da Paolo Saggese. Prefazione di Antonio La Penna.

Giuseppe Vetromile
1/9/2012

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Le foto dell'evento "Una poesia fuori dal comune". Sant'Anastasia, 23 settembre 2012

Una poesia fuori dal comune, Sant0Anastasia, 23 settembre 2012

PUNTO, Almanacco della Poesia italiana

PUNTO SCHEDA

ARCARTE - IL VIAGGIO DELLA CREATIVITA'

Si è svolto il 30 novembre scorso, alle ore 17, presso l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Palazzo Serra di Cassano in Via Monte di Dio 14, Napoli, il Convegno di studi e reading di poesia "ARCARTE - IL VIAGGIO DELLA CREATIVITA'".
All'interessante incontro, promosso e organizzato dall'Istituto Culturale del Mezzogiorno e dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, hanno preso parte:
- Natale Antonio Rossi, Presidente Unione Nazionale Scrittori Artisti;
- Ernesto Paolozzi, Università di Napoli Suor Orsola Bnincasa;
-Antonio Scamardella, Università di Napoli Parthenope;
- Antonio Filippetti, Presidente Istituto Culturale del Mezzogiorno.
Nell'ambito del convegno si è svolta la rassegna "Liberi in Poesia", con la partecipazione di autori di diverse generazioni. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito ad "ARCARTE" quale suo premio una medaglia di rappresentanza.

Le foto del convegno

Presentazione "Sulla soglia di piccole porte"

Enza Silvestrini, 11 ottobre 2012