Ed è così anche per Lucianna Argentino. Questo suo ospite
indocile se l'è portato nel suo intimo per lungo tempo, lo ha indagato in
profondità, lo ha interrogato con serietà e puntigliosità, ma anche con
dolcezza, con convinzione, perché finalmente uscisse alla luce del sole
manifestando tutta la sua profonda verità, tutto il suo ricco discorso
sull'essenza della vita. Ed è un ospite indocile soprattutto il padre, al quale
è dedicata la raccolta, un padre amatissimo ma difficile da interiorizzare, un
padre "che è un nome difficile, che a sussurrarlo temi ne fugga la luce
e a dirlo forte se ne perda il regno". Parole forti, che indicano un
equilibrio instabile, indocile, appunto, un sentimento quasi ingestibile
razionalmente. Ma è lei stessa l'indocile, la mai anima stabile, che scende ad
indagarsi profondamente, fin quasi a capovolgersi, o meglio a rovesciarsi, come
quando afferma: "Ora mi siedo e scrivo da dentro questa fonte mai sazia
dove a volte il silenzio ha la meglio ma di nuovo mi feconda la vita, mi seduce
la scrittura concupisciente e casta". E' un impeto ben controllato,
però, dove le parole sono ancora più affilate e incisive di quelle di una
raccolta precedente, Mutamento, per la quale ebbi a dire che la ricerca assidua
e tenace della verità, questa “voglia”
di “mutamento”, questo desiderio di
incidere con la “lama” della poesia, che è un’arma raffinatissima, colta e
immortale, nel tessuto della qualunquaggine per trarne, appunto, esiti di
verità, è così potente in Lucianna Argentino, così veemente, che la nostra
poetessa riesce ad esprimersi anche in prosa, e l’alternarsi di prosa e poesia
non è affatto stridente, bensì risulta molto omogeneo e attinente al tema.
Plinio Perilli ribadisce in modo molto esauriente questa omogeneità
dell’Argentino, quando afferma: “Così
ogni brano o istante della sua scrittura – poesia o prosa, la differenza è solo
formale – sconfina in un unico, trasognato e lucidissimo lirismo incandescente
d’Idealità, ma non meno mitridatizzato e assuefatto ai venefici riti o ai
piccoli drammi del quotidiano Reale…”
E questa operazione
di rovesciamento, che porta il sé sulla superficie pellicolare e mette in
cortocircuito il cuore della poetessa con il cuore del mondo, era già evidente
in "Diario inverso". Commentando quella raccolta, infatti, scrissi
che Lucianna Argentino non fa altro che ribadire, in un modo sempre più
alto poeticamente e sempre più vicino a quella, oserei dire, perfezione di
metro e di stile che caratterizza i poeti maturi e consolidati, il suo excursus
nel mondo interiore, a “ritroso”, per recuperare quanto più possibile identità,
risposte, verità, lacerti e brani di quella entità profonda e impalpabile
chiamata anima.
C'è dunque una sicura continuità con le raccolte precedenti,
e questo è naturale per un poeta, una poetessa impegnata come l'Argentino, alla
ricerca continua di affinamenti e novità da proporre, a livelli poetici sempre
più considerevoli, come in questo suo "Ospite indocile", dove
troviamo una forma di scrittura poetica ancora più affilata e diretta, ma nello
stesso tempo dolce e armoniosa. Il suo è un osservare ampio le scene,
congiungendo perfettamente, nei vari brani poetici senza titolo, quasi tasselli
di un grande e complesso mosaico, il mondo interiore con la realtà esterna,
l'anima con le cose contingenti, il momento di riflessione con il tempo del
vivere quotidiano.
Lucianna Argentino, con questa sua recente raccolta, edita
da una delle più prestigiose Case Editrici, si colloca senza alcun dubbio tra
le voci più importanti del nostro attuale panorama poetico italiano,
dismostrando una fine sensibilità unita ad uno stile originale, frutto di
intensa ricerca e pertinace lavorìo personale sull'espressione poetica.
Dice che non c'è addio nelle asole
e asola allora sia:
poca materia intorno e vuoto.
Sia passaggio e allaccio
sia lo spazio dell'abbraccio
sia pertugio e rifugio
sia il chiuso
esposto alla parola
Lucianna Argentino, "L'ospite indocile", Passigli Editori, 2012; presentazione di Anna Maria Farabbi.
Giuseppe Vetromile
9/2/2013
Il libro è stato presentato per la prima volta a Napoli, presso la Libreria Treves in Piazza del Plebiscito, venerdì 8 febbraio 2013. Le fotografie della presentazione:
Grazie caro Pino per la tua partecipe e sentita lettura del mio "L'ospite indocile". Un abbraccio, Lucianna
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