Il titolo è “Quadernetto”, sottotitolo “per gli amici di Giuseppe”. Niente di più semplice e di più sincero, di più chiaro, di più prezioso. Sono veramente commosso e profondamente emozionato, come se avessi tra le mani una rarità, un gioiello delicato, un fiore dall’intenso profumo del bello e del genuino, un prodotto della terra dal valore insostituibile. E questo non tanto per il contenuto, per quello che c’è scritto, di qualità senza alcun dubbio, quanto per l’opera in sé, per l’amore e l’intelligenza impiegate per realizzarlo. Per l’idea, insomma.
Ho tra le mani il “Quadernetto”, ne approfondisco la lettura. Ma prima me lo rigiro tra le mani, lo soppeso, lo tasto, ne provo la consistenza, quasi ho timore reverenziale a sfogliarlo. E’ un’ostrica che protegge una perla, varie perle. E queste perle sono le parole del poeta, le parole di Giuseppe Napolitano: “Essere / poeta non basta: / fare bisogna / il poeta – costruire / quotidiana / una missione”. E’ un’affermazione/riflessione che in qualche modo sconvolge, ma poi incoraggia, stimola: portare fuori la parola che nasce dentro di sé, vestirne le cose e muoverne il mondo. E’ vero: si deve fare poesia testimoniandola in ogni buona (o cattiva) occasione, per completare finalmente il circuito di vita che dall’interno di noi si propaga a tutto il creato, e dal creato si ricrea in noi. E ancora, aprendo a caso: “Poetare è scandagliare / nel tempo a venire parole / da farne collane e monili… poesia futura nasce appena e dice / a chi le intenderà parole / da remote stanze custodite”. Nulla di più vero! D’altra parte, è il poeta vero, autentico, come Giuseppe Napolitano, che “esplora” in un certo senso l’orlo futuro del nostro stare qui, ne “scandaglia” il senso e ne traduce in poesia l’afflato, il timore, l’angoscia, le pene, la speranza, il “sentito”.
Bravo e illuminato amico Giuseppe, nell’ideare questo semplice registro, frutto delle sue mani operose e della sua forza poetica; e noi grati a lui per averci ancora una volta offerto il suo mondo poetico ricco di riflessioni e di ricami di vita.
Giuseppe Vetromile
14/2/2010
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