
Ma tornando allo “zugunruhe” di Marco Aragno, troviamo subito nei primi versi di questo “libriccino da collezione” (ottima collana di poesia della LietoColle Edizioni), il senso profondo del disagio del vivere quotidiano, espresso con questa “ansia del movimento”, che si concretizza nell’evanescenza dei colori, nel “tremito dei nomi”, in una parola nell’abbandono: “si resta soli la sera / quando intorno si fa la città / e si scrollano i piccioni dai rami”. E’ questa freddezza, questa materiale pesantezza del mondo che incombe sull’uomo, a determinare nel poeta Aragno la necessità di “muoversi”, e con una certa energia, e con una certa impellenza, onde portarsi al di fuori, scavalcando la banalità e la piattezza, e recuperando il fondo di autenticità e di positività latente in ciascuno di noi: “Forse la casa non è più al riparo / in questo tempo, anche se alla finestra / ritrovo i corsi e le strade di sempre.” Ancora è viva ed evidente in Aragno questa necessità di strapparsi dal tessuto inglobante della città, che metaforicamente indica tutto un mondo, questa impellenza “ansiosa” di uscirne fuori, in questi versi molto rappresentativi della sua poetica: “Ma troppo vaghe le mani, le porte / non hanno maniglie e qualcuno fugge / nel colore delle tende, nel rosso / degli oleandri che s’accende / dal fondo dei corridoi, in penombra, / se un po’ di vento riporta la vita”.
Il dettato poetico di Marco Aragno è fortemente simbolico e allegorico. La sua parola poetica, nel verso ben misurato, è decisa e forte, e richiama immagini molteplici e variegate, il che denota un ruolo nient’affatto secondario del suo modo di fare poesia, attuale ed originale. Il libro si presenta per questo compatto, pur suddiviso in cinque parti che ne tracciano lo studio intenso e felice, per il raggiungimento di una méta soddisfacente per sé e per tutti: un piano più alto di vita e di amore.
Nonostante la giovane età, Marco Aragno, poeta napoletano di Villaricca, possiede già un registro poetico alquanto elevato; egli, insieme a pochi altri validi poeti coetanei, anche napoletani, costituisce un sicuro riferimento nel panorama della poesia giovane italiana contemporanea.
Marco Aragno, “Zugunruhe”, LietoColle Edizioni, 2010. Collana Erato, Libriccini da collezione.
Prefazione di Franca Mancinelli.
Giuseppe Vetromile
27/2/11
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