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TACCUINO ANASTASIANO

28 dicembre 2012

Il viaggio "Fuori di persona" di Lucia Stefanelli Cervelli


Sono sempre più convinto che creare poesia nella nostra epoca attuale, così multiforme e variegata, così complessa e "globalizzata", sia un esercizio davvero difficile e delicato, se vogliamo anche più sofferto e impegnativo, per gli infiniti stimoli di tutti i tipi, per i messaggi (vogliamo chiamarli "input", volendo utilizzare un linguaggio ormai standardizzato?...) e per le caratteristiche caleidoscopiche di un mondo che, sopra, dentro e sotto, induce nei poeti la "vis", l'abbrivio creativo che poi si concretizza in poesia dopo il lavorìo metodico, costante ed entusiasta di tanta materia a portata di penna e di... pianeta!
Un lavoro di interpretazione del mondo arduo, hanno dunque da compiere oggigiorno i poeti, per mettere ordine nel garbuglio intricatissimo di sentimenti nuovi e complessi, di politiche, di stati d'animo e conflitti interiori, di economie, di paesaggi e di rapporti umani (per citare solo alcuni degli innumerevoli aspetti che caratterizzano oggi la società cosiddetta, appunto, globalizzata); e per offrire poi ai lettori una chiave di lettura coerente e capace di generare autoriflessioni, capace anche di allargare e approfondire le aspettative sentimentali, intellettive ed emozionali, una volta appurato che la poesia è, anche, se vogliamo, strumento, mezzo efficace per "educare" all'ascolto profondo di sé, sull'onda e sul ritmo dei versi letti, che diventano propri, assorbiti dalla propria anima.
Parliamo naturalmente, qui, di buona poesia, di quella alta, che ha tutti i requisiti, e di stile, e di contenuti, e di liricità, tali da coinvolgere e sconvolgere il lettore, profondamente e incisivamente.
La poesia di Lucia Stefanelli Cervelli rispecchia certamente, a mio modesto parere, questa caratteristica importante, direi essenziale. Oggi si scrive tantissimo di poesia, lo sappiamo bene tutti, e sotto certi aspetti questo può anche essere un dato positivo: se si considera la poesia come mezzo salvifico, in una società dalle mille omologazioni, per combattere una certa strisciante alienazione generalizzata, allora può andare anche bene. Ma tra il versificare divertito o divertente giornaliero, e la Poesia con la p maiuscola, c'è davvero una differenza grandissima e importante, perché l'arte poetica, come già affermava il buon Orazio due secoli fa, non è cosa da prendere con superficialità: si è poeti completamente e senza alcuno sconto, oppure non lo si è affatto, non esistono mezze misure, al contrario di un mestierante qualsiasi che potrà eseguire il suo lavoro con un certo grado di bravura e di precisione.
E se la Poesia deve essere tale senza nessuna ulteriore aggettivazione che possa in qualche modo qualificare il suo grado di bontà e di verità, possiamo ben dire, tornando alla nostra autrice, che Lucia Stefanelli si colloca a buon diritto nella non numerosa schiera di Poeti italiani attuali di valore e di riferimento. Leggendo più da vicino questo suo recente lavoro poetico, dal titolo emblematico "Fuori di persona", risulta infatti evidente la sua grande frequentazione di un mondo poetico impegnato e cólto. La sua è una poesia riflessiva, una sorta di diario in cui annotare anche la più piccola emozione, il minimo dettaglio, l'attimo transeunte, generati da improvvise osservazioni e considerazioni che le nascono interiormente grazie al "viaggio" poetico "fuori di persona". E' un dialogo con se stessa, che si snoda lungo tutto il libro, in un itinerario in cui le soste sono rappresentate soltanto dalle date apposte alla fine di ogni brano poetico, in una progressione temporale che è soltanto casuale, in quanto l'intero corpo poetico della raccolta è da considerarsi unico e non frammentabile in stadi di diversa contestualizzazione poetica: ciò è un pregio, perché sta ad indicare la compattezza e l'organicità del lavoro, di fronte a tanti volumi realizzati semplicemente "raccogliendo" poesie sparse e senza alcun legame tra di loro, collegate magari soltanto da una mera progessione temporale.
Il coraggio di porsi "fuori di persona" per osservare attentamente e senza infingimenti se stessa dall'altra parte, immersa in un mondo in continuo movimento, soffermandosi sulle idee essenziali che sono al centro della persona, in un continuo onesto interrogarsi, è indice di grande sensibilità artistica ma anche di valentia letteraria. E' facile in questi casi cadere nella mera narrazione descrittiva del fatto osservato, sia interiore che esteriore, privando il verso di quella forza, di quel mistero e di quell'allusività che gli è indispensabile perchè tutta la scrittura sia in effetti "poetica".
In Lucia Stefanelli la tensione poetica, invece, non cade mai, è costante e intensa fino al termine del libro, coinvolgendo piacevolmente il lettore nello scorrere fluido del discorso e delle riflessioni, che dal nucleo centrale dei testi rimandano sempre ad altre considerazioni, in una circolazione aperta che allarga il contesto poetico all'universale. Ed è una poesia contro la generale superficialità e banalità quotidiana, tesa a stimolare nel lettore la riscossa dall'intorpidimento intellettuale ed emozionale che l'avvolge, in un tempo "sconfitto come l'esile trama di un tessuto liso", in cui anche l'autrice si ritrova immersa, ma dal quale cerca di uscirne "dilatandosi" fino a creare una voce poetica alta, stentorea, capace di affrancarla da una vita vissuta solo di attese, "come passano nubi all'orizzonte senza risposte".
"Fuori di persona" è un libro di poesie non usuale, dunque, in cui gli schemi ed il linguaggio, come viene affermato anche nella puntuale prefazione di Marcello Fasolino, si discostano alquanto dalla maggior parte della poetica tradizionale, il che rende il libro davvero originale e interessante, da leggere con attenzione ma anche con la piacevole sensazione di condividere con l'autrice un mondo intimo inaspettato e ricco di infiniti spunti riflessivi.

Lucia Stefanelli Cervelli, "Fuori di persona", Iuppiter Edizioni, Napoli, 2012

Giuseppe Vetromile
28/12/12

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PUNTO, Almanacco della Poesia italiana

PUNTO SCHEDA

ARCARTE - IL VIAGGIO DELLA CREATIVITA'

Si è svolto il 30 novembre scorso, alle ore 17, presso l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Palazzo Serra di Cassano in Via Monte di Dio 14, Napoli, il Convegno di studi e reading di poesia "ARCARTE - IL VIAGGIO DELLA CREATIVITA'".
All'interessante incontro, promosso e organizzato dall'Istituto Culturale del Mezzogiorno e dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, hanno preso parte:
- Natale Antonio Rossi, Presidente Unione Nazionale Scrittori Artisti;
- Ernesto Paolozzi, Università di Napoli Suor Orsola Bnincasa;
-Antonio Scamardella, Università di Napoli Parthenope;
- Antonio Filippetti, Presidente Istituto Culturale del Mezzogiorno.
Nell'ambito del convegno si è svolta la rassegna "Liberi in Poesia", con la partecipazione di autori di diverse generazioni. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito ad "ARCARTE" quale suo premio una medaglia di rappresentanza.

Le foto del convegno

Presentazione "Sulla soglia di piccole porte"

Enza Silvestrini, 11 ottobre 2012