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TACCUINO ANASTASIANO

17 marzo 2010

Il sentimento e la natura nella poetica di Pasquale Balestriere


In certi punti della nostra storia umana è quasi obbligo soffermarsi a considerare l’esistenza come un qualcosa che vada oltre i lembi di uno schema pratico e predefinito, in cui solo le equazioni e le leggi chimico-fisiche governano il mondo materiale e noi ne siamo inconsapevoli (o consapevoli?) attori. Voglio dire che la materialità e la fisicità del mondo infondono in noi il senso della superficialità e della imprescindibilità della vita: così sono le cose e così va il mondo, spesso si afferma. Ma alla persona attenta e sensibile agli “input” della natura, ai segnali che continuamente da essa provengono e che noi, proprio a causa della frettolosa quotidianità, spesso non avvertiamo, non si lascia sfuggire l’eco, anzi il sussurro profondo che proviene dal creato. Il poeta è una di queste persone sensibili. Ma naturalmente questa è sola una partenza, nel senso che il poeta inizia il suo viaggio attraverso la storia del mondo, in prospettiva, acquisendo via via elementi e frammenti da elaborare, e soprattutto senza fermarsi mai: il poeta è condannato a morire poeta, non sarà più possibile fermarsi, né cambiare mestiere. “Quando passaggi di comete” solleciteranno il poeta a illuminare le penombre e i grigi del dubbio della propria anima, allora egli si muoverà col suo bagaglio di esperienze progredendo lungo il cammino, descrivendo ed esprimendo, a se stesso e al mondo, il valore fondamentale che in una sola parola è racchiuso: la vita.
Da qui la grande capacità dei poeti di vedere oltre, non solo astraendo dai fatti, dalla storia, dai meccanismi e dalle meraviglie della natura, ma riuscendo a farlo in modo originale e artistico, unico e non “riproducibile”. E’ il caso, ad esempio, di Pasquale Balestriere, attento e colto poeta ischitano, che proprio in questi ultimi anni ha accelerato il suo viaggio poetico, a dimostrazione di quello che dicevamo prima, e cioè che un vero poeta tutt’al più può avere dei momenti di silenzio e di “decantazione”, ma dalla poesia non potrà mai prescindere e questa rimane per sempre connaturata all’anima e all’intelligenza dell’autore. Abbiamo così, se possiamo dire, un graduale ma veloce moltiplicarsi del suo intuito poetico con la realizzazione, tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010, di ben due sillogi poetiche, pubblicate grazie all’ottenimento di due rispettivi premi letterari. Si tratta delle raccolte “Del padre, del vino”, e “Quando passaggi di comete”.
Sono due raccolte distinte che non hanno alcun riferimento comune se non quello dello stile e del tono poetico dell’autore, e naturalmente la differenziazione riguarda anche il contenuto. Nella prima silloge, “Del padre, del vino”, l’accostamento tra la figura del padre, che sintetizza il sentimento e il valore della famiglia, e la classica bevanda mai assente nella storia e nelle tradizioni, è quanto mai indovinato: “Mio padre mi guidava tra i filari / di grappoli opulenti, e con amore / ne notava la forma e il colore"; (da “Testamento di… vino”). E’ una poesia del ricordo, ma anche del richiamo alla terra, al forte sentire e ri-sentire quei legami indissolubili con la natura, e in particolare con il mondo solare mediterraneo: “Di queste vigne mi pasco / brevis dominus / ne mieto dolcezze fugaci / nell’orizzonte circolare della vita / che s’apre al tramonto”.
Diversa invece la visone e l’interpretazione del mondo nella seconda raccolta “Quando passaggi di comete”. Il florilegio poetico, sottotitolo quanto mai indovinato, rafforza l’intento di estendere la poesia a mondi e stati d’animo diversi, in una plaquette che solo apparentemente sembra essere priva di organicità, ma che invece propone un suo segreto leit-motive nel canto variegato alla natura (“Questo giorno si volge, folle stoppia / del tempo, nella sera, spento ormai / l’acre sussulto del sole.” Da: “Rosso pitecusano”), alle persone che contornano l’autore (“A Vincenzo”, “Ad Angelo”), al giusto senso civico, alla pietà per il prossimo (“E’ morto ieri il barbone tra due / fioriere, stanza da letto di Piazza / Marina…” Da: “E’ morto ieri”): sono, questi, contenuti importanti che, insieme ad un dettato espressivo piano e dolce, a volte duro ma mai aspro, fanno della poesia di Pasquale Balestriere un documento di indubbio valore artistico nell’attuale panorama poetico-letterario campano e nazionale.

Pasquale Balestriere, “Del padre, del vino”, Edizioni ETS, Pisa, 2009
Pasquale Balestriere, “Quando passaggi di comete”, Carta e Penna Editore, Torino, 2010

Giuseppe Vetromile
17/3/10

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PUNTO, Almanacco della Poesia italiana

PUNTO SCHEDA

ARCARTE - IL VIAGGIO DELLA CREATIVITA'

Si è svolto il 30 novembre scorso, alle ore 17, presso l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Palazzo Serra di Cassano in Via Monte di Dio 14, Napoli, il Convegno di studi e reading di poesia "ARCARTE - IL VIAGGIO DELLA CREATIVITA'".
All'interessante incontro, promosso e organizzato dall'Istituto Culturale del Mezzogiorno e dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, hanno preso parte:
- Natale Antonio Rossi, Presidente Unione Nazionale Scrittori Artisti;
- Ernesto Paolozzi, Università di Napoli Suor Orsola Bnincasa;
-Antonio Scamardella, Università di Napoli Parthenope;
- Antonio Filippetti, Presidente Istituto Culturale del Mezzogiorno.
Nell'ambito del convegno si è svolta la rassegna "Liberi in Poesia", con la partecipazione di autori di diverse generazioni. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito ad "ARCARTE" quale suo premio una medaglia di rappresentanza.

Le foto del convegno

Presentazione "Sulla soglia di piccole porte"

Enza Silvestrini, 11 ottobre 2012