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IL CIRCOLO LETTERARIO ANASTASIANO CONTINUA SU:

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TACCUINO ANASTASIANO

8 ottobre 2008

"I flauti della sera" di Salvatore Cangiani

All’imbrunire si placa il rumore del mondo, si attenuano un poco le cacofonie e i disturbi causati dal frenetico vivere quotidiano, i clangori delle industrie e il rombo sotterraneo delle città e delle macchine degradano in suoni vieppiù pacati, smorti. E così pure le luci violente e i colori del giorno si calmano, fino a diventare guizzi leggeri e poi ombre… L’imbrunire, la notte, così è vista e sentita dal poeta: è il momento di tirare le somme, di considerare il frutto della giornata, di ricostruire l’anima scucita, di adagiarsi sulla serenità di melodie dolci ed eterne… La sera, tempo in cui ci si sofferma ad ascoltare il mondo ormai scevro dagli appesantimenti diurni, sera metafora del riposo e del recupero delle forze, a volte metafora malinconica della fine: come non ricordare ad esempio i romantici versi del sonetto “Alla sera” di Ugo Foscolo: “Forse perché della fatal quïete / Tu sei l'imago a me sì cara vieni / O sera!…”; oppure quelli più drammatici ed espliciti di Quasimodo in “Ed è subito sera”: “Ognuno sta solo sul cuor della terra / trafitto da un raggio di sole: / ed è subito sera”. Si tratta dunque di riprendere in considerazione sé stessi e il mondo, in un tempo della giornata in cui, per l’appunto, il silenzio esteriore permette al cuore e alla mente del poeta di ascoltare meglio i propri segreti e profondi impulsi creativi, e di esprimerli al mondo attenuato e tranquillo.
Molti poeti cantano la sera nelle loro poesie, esprimono al calar del sole i loro migliori versi. Uno di questi è senz’altro Salvatore Cangiani, esperto navigatore dei dolci e silenti mari della poesia. Egli si affida al “flauto”, uno strumento gentile e discreto, compagno sublime delle migliori arie liriche, delle melodie poetiche più accorate e nello stesso tempo sottili e veementi. E nella dolcezza della sera ammorbidita e quasi diluita nel suono metaforico dei flauti, Salvatore Cangiani parte con i suoi versi – tutti pregni di un alto senso lirico – per intraprendere un suo viaggio personale e romantico, ma anche di velata denunzia e di riscatto della memoria, nei meandri dei sentimenti e delle passioni più accorate, dei valori fondamentali e delle radici profonde dell’uomo. Il libro “I flauti della sera” di Salvatore Cangiani è infatti tutto un susseguirsi di arie profondamente liriche, anche e soprattutto nei versi che maggiormente esprimono nostalgia e ricordi: “Altissima la notte / gelava col respiro delle stelle / la rugiada sull’uscio. / Dalle case / sciamava l’acre fumo / dell’umida ramaglia, lo stentato / chiarore della vampa. (I colori del pane)”. E ancora: “Versami l’olio nuovo / rappreso nella brocca con la prima / gelata di novembre / e tu scioglievi col fiato / finché lento colava un filo d’oro / sulla crosta del pane (Elegia d’un inverno)”. Ma sono solo degli esempi, e si potrebbe andare avanti, sempre sull’ala di questo lirismo autentico, ricco di sentimento e di eterni valori etici e sociali. La poesia di Salvatore Cangiani è infatti un documento prezioso, una testimonianza di alto livello qualitativo, forse unica nel suo genere, capace di legare l’antico (ma non nel senso di decaduto) mondo dei nostri padri, pregno di valori umani e familiari fondamentali del vivere quotidiano, con la modernità di certe situazioni spigolose, tristi, squallidamente asociali (come ad esempio nella lirica “Clandestini”: “Lo sprecarsi del cielo sopra i tetti. / E il nostro sprofondare / nel buio salmastro d’uno scantinato. / Un precario soggiorno / sancito da un contratto senza date / arso dall’ansia / di decifrare un segno di giustizia / nel confuso cifrario delle stelle.”).
Poeta dunque che sa affrontare le grandi e numerose tematiche del vivere quotidiano, riuscendo sempre ad esprimersi con grande vigore lirico, sì da conferire ai versi che crea un ritmo e un tono particolarmente elevato, caratteristica questa che inquadra il nostro Salvatore Cangiani fra i poeti più rappresentativi, a livello nazionale, dell’attuale mondo letterario. E non poteva essere diversamente, essendo il Cangiani non solo tra i poeti e scrittori più apprezzati e considerati nei concorsi letterari italiani più importanti, ma anche perché Egli ha una profonda conoscenza della poesia e della letteratura, maturata in anni e anni di studio e di assidua frequentazione del mondo letterario. La sua attività poetica e letteraria in genere è infatti molto intensa, e le sue numerose pubblicazioni di poesia, sia in lingua italiana che in vernacolo napoletano, sono ben note ed apprezzate dal pubblico e dalla critica esperta.
Questo ultimo libro, “I flauti della sera”, rappresenta un’ulteriore conferma e riprova della validità poetica di Salvatore Cangiani, autore di riferimento in questo scialbo mondo in cui sovente il sentimento più sincero, la bellezza e la bontà, sono messi a soqquadro, oppure soppiantati del tutto da altri pseudo-valori, quali l’arrivismo, l’egoismo, il pressapochismo, la materialità più spinta.
C’è dunque bisogno dei poeti per “mettere ordine” nell’animo umano e nelle cose della vita, e per non essere come quel lombrico che “Risale / con ritmo deforme / le zolle scoscese del suo / sbriciolato calvario.”
Salvatore Cangiani, con i suoi “Flauti della sera”, richiama il mondo e i cuori innocenti a questo ordine delle cose, con la sua poesia forte, intelligente, profonda, sconvolgente.

Salvatore Cangiani, "I flauti della sera", Libroitaliano World, 2008

Giuseppe Vetromile
5/10/08

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PUNTO, Almanacco della Poesia italiana

PUNTO SCHEDA

ARCARTE - IL VIAGGIO DELLA CREATIVITA'

Si è svolto il 30 novembre scorso, alle ore 17, presso l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Palazzo Serra di Cassano in Via Monte di Dio 14, Napoli, il Convegno di studi e reading di poesia "ARCARTE - IL VIAGGIO DELLA CREATIVITA'".
All'interessante incontro, promosso e organizzato dall'Istituto Culturale del Mezzogiorno e dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, hanno preso parte:
- Natale Antonio Rossi, Presidente Unione Nazionale Scrittori Artisti;
- Ernesto Paolozzi, Università di Napoli Suor Orsola Bnincasa;
-Antonio Scamardella, Università di Napoli Parthenope;
- Antonio Filippetti, Presidente Istituto Culturale del Mezzogiorno.
Nell'ambito del convegno si è svolta la rassegna "Liberi in Poesia", con la partecipazione di autori di diverse generazioni. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito ad "ARCARTE" quale suo premio una medaglia di rappresentanza.

Le foto del convegno

Presentazione "Sulla soglia di piccole porte"

Enza Silvestrini, 11 ottobre 2012