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IL CIRCOLO LETTERARIO ANASTASIANO CONTINUA SU:

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TACCUINO ANASTASIANO

8 ottobre 2008

L'arte e l'uomo

L’uomo, si sa, è creatore in piccolo di cose comunque grandiose, se commisurate alla sua capacità e potenzialità di essere predominante su questo pianeta. Essere che si è evoluto, in materia e spirito, attraverso i milioni di anni del suo progredire, fino a porsi ormai sulla cima più alta degli attuali organismi viventi. Ed è per tutti ovvio che l’uomo si distingue dagli altri esseri viventi, non tanto per la sua intelligenza, quanto soprattutto per la sua capacità di scegliere consapevolmente la propria strada da percorrere e di compiere liberamente le proprie azioni, nel bene o nel male. Tante volte nel male, purtroppo, ma questo è argomento da trattare in altra sede. Resta comunque il fatto, portentoso, che l’uomo possiede in sé il seme della creatività, e può attuarla in tutti i campi: nella materia, creando nuove forme e nuove strutture, e nello spirito, creando nuove idee e nuove linee di pensiero. Ma l’uomo è un essere completo, in cui il sentimento, il cuore, gioca un ruolo molto importante: nascono così tutte le espressioni artistiche: poesia, teatro, musica, pittura, scultura, eccetera. Molti secoli, millenni, sono trascorsi dai primi graffiti che i nostri antenati disegnavano sulle pareti di buie caverne, per esternare ed esprimere con quei segni la loro quotidianità fatta di strenue lotte per la sopravvivenza il loro stupore reverenziale verso i misteri di un mondo che ancora non conoscevano completamente.
Oggi l’uomo continua ad esprimere, a raccontare e a raccontarsi, utilizzando a volte tecniche raffinate e inusitate, ma il rapporto tra lui e il mondo esterno non è cambiato: rimane sempre, in fondo, quel velo di rispettosa “riverenza”, se vogliamo, quella inconscia meraviglia che ci prende quando cerchiamo di tradurre in opera d’arte ciò che interpretiamo della natura che ci circonda. E come giustamente affermava Einstein, l’arte è l’espressione del pensiero più profondo nel modo più semplice: la via più immediata, che passa anche dal cuore, dal sentimento (ovvero, la parte destra del nostro cervello) per raggiungere la completezza della fattura artistica. Quando scriviamo una poesia, ad esempio, cerchiamo di esprimere nel modo più sintetico e immediato possibile il nostro sentimento più intimo, utilizzando tecniche di scrittura espressive che siano le più adatte a veicolare questo nostro vedere e sentire particolare.
Ma la società attuale accetta ancora l’arte, intesa nel suo più vasto significato? Si concilia ancora oggi la parte sinistra, razionale, del cervello, con la parte destra, emotiva e creativa? Ad un primo approccio, sembrerebbe di no. L’espressione artistica in genere, e la sua frequentazione da parte dell’uomo di oggi, sembra relegata su un piano secondario della sua quotidianità, rispetto agli obiettivi più immediati e pressanti della vita materiale e alla corsa irrefrenabile per la conquista di un posto, di una casella di potere e di benessere fisico nella complicata e rigida struttura sociale odierna, nella quale i tradizionali e sacri valori del bene comune, dell’amore, della pace e del rispetto reciproco, sono stati purtroppo sostituiti da altri, solo apparentemente più validi, ma del tutto fatui, banali, temporanei, vuoti e pericolanti come castelli di carta che vengono giù al primo soffio del vento della verità. Tutto ciò è diretta conseguenza di tantissimi fattori, che certamente non staremo qui ad elencare e ad esaminare, ma si sa, il progresso tecnologico e la cosiddetta globalizzazione che ci permette di vedere, parlare, comunicare con tutto il mondo in pochissimi istanti (e in quegli stessi pochi istanti ci costringe a pensare e ad agire senza la naturale, ovvia, maturazione e meditazione necessarie per non essere banalmente superficiali e poco saggi), ci ha trascinati senza quasi volerlo in un mondo senza tempo e senza spazio: senza i colori del tramonto e dell’alba, senza la bellezza di un arcobaleno e senza lo stupore di un fulmine; senza la bellezza dell’anima del nostro prossimo, che noi non vediamo più, ma che ci limitiamo a “guardare” soffermandoci solo sul suo aspetto esteriore. Questo è dunque il mondo di oggi: fretta e impegni a non finire, obiettivi di ricchezza e lotta per ottenere un ruolo di prestigio nella società, uno spazio ad hoc.
E l’arte? La poesia? Il sentimento? L’Uomo?... La civilizzazione avanza e la poesia declina, diceva un saggista inglese, certo Thomas Babington Macaulay; ovvero, più una civiltà è progredita tecnologicamente, meno la poesia è frequentata, amata. Le macchine e la fredda struttura produttiva non lasciano che pochissimo spazio alle facezie dell’animo umano.
Ma in fondo non credo che sia proprio così, anzi!... Direi il contrario, nel senso che quanto più avanza la civiltà sul gelido piano del tecnicismo e della perfezione materiale, tanto più si ha l’esigenza di staccarsi, almeno per un po’, da questa esistenza tutta “computerizzata”, per ritrovare se stessi e la propria identità di Uomo creante, poeta o pittore o musico o scultore che sia, per riflettere e meditare sulla propria completezza di Essere, Immagine di Dio, che vive non solo di pane e di fabbrica, ma anche e soprattutto di amore, di sentimento, di idee e di pensiero formante.
Assistiamo quindi ad una rinascita dell’arte, in questo senso, come rivalutazione della propria consapevolezza di essere superiore, in grado di creare opere di grande valore. E la tecnica ci viene incontro, come utile mezzo e veicolo espressivo e non come spugna che assorbe e prosciuga in noi ogni velleità di manifestazione artistica.
Questo libro è soltanto un esempio, validissimo ed interessante, di come si possa ancora oggi esprimere l’arte, con la poesia e la pittura, ad altissimo livello, in questo instabile ma meraviglioso mondo che nonostante tutto è realtà fisica e spirituale sempre viva e in perenne progressione.

Giuseppe Vetromile

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Le foto dell'evento "Una poesia fuori dal comune". Sant'Anastasia, 23 settembre 2012

Una poesia fuori dal comune, Sant0Anastasia, 23 settembre 2012

PUNTO, Almanacco della Poesia italiana

PUNTO SCHEDA

ARCARTE - IL VIAGGIO DELLA CREATIVITA'

Si è svolto il 30 novembre scorso, alle ore 17, presso l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Palazzo Serra di Cassano in Via Monte di Dio 14, Napoli, il Convegno di studi e reading di poesia "ARCARTE - IL VIAGGIO DELLA CREATIVITA'".
All'interessante incontro, promosso e organizzato dall'Istituto Culturale del Mezzogiorno e dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, hanno preso parte:
- Natale Antonio Rossi, Presidente Unione Nazionale Scrittori Artisti;
- Ernesto Paolozzi, Università di Napoli Suor Orsola Bnincasa;
-Antonio Scamardella, Università di Napoli Parthenope;
- Antonio Filippetti, Presidente Istituto Culturale del Mezzogiorno.
Nell'ambito del convegno si è svolta la rassegna "Liberi in Poesia", con la partecipazione di autori di diverse generazioni. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito ad "ARCARTE" quale suo premio una medaglia di rappresentanza.

Le foto del convegno

Presentazione "Sulla soglia di piccole porte"

Enza Silvestrini, 11 ottobre 2012